Mario Merz Prize

Edizione 3

Arte

Bertille Bak

Bertille Bak (Arras, Francia, 1983) vive e lavora a Parigi

Bertille Bak persegue una visione sociologico-politica se non addirittura, come è stato notato, da etnologa. Le sue opere sono espressione di un processo operativo e di una formalizzazione. Il processo si fonda sul modus operandi dell’artista che si interessa e condivide la vita di comunità ai margini della cultura dominante al fine di stimolare una reazione non rivoluzionaria o violenta, ma che Bak definisce “rivolta alternativa” contro le decisioni intollerabili che rendono difficile la vita ai membri di tali comunità. La formalizzazione è l’espressione di tale approccio e del sentimento di empatia che unisce l’artista ai suoi compagni di strada e si concretizza in qualcosa che si dimostra più vicino alla fiaba che al documentario.

Bak esprime un’arte di relazione rivolta a comunità di persone più o meno consapevoli delle loro caratteristiche identitarie e a minoranze spesso dimenticate o represse. Nel corso di visite e lunghi soggiorni all’interno delle comunità di volta in volta prescelte, Bak costruisce relazioni interpersonali votate a generare consapevolezza dell’utilità sociale di persone e gruppi.

Mediante la condivisione del quotidiano, lo studio del territorio, l’analisi dei legami sociali, della cultura, delle tradizioni e dell’organizzazione economica, Bak si cala nel ruolo di agitatore sociale proponendosi come coscienza critica in grado di produrre consapevolezza politica nei suoi interlocutori. Ne scaturiscono ritratti collettivi colti da un punto di vista eccentrico, spesso basato sulla ricerca di mitologie individuali, in un ostinato tentativo di serbare tracce e di preservare la memoria. Non è un caso che Bak abbia lavorato come allieva di Christian Boltanski all’École Nationale des Beaux-Arts di Parigi.